Pagina:Sonetti romaneschi V.djvu/38

28 Sonetti del 1836

MASTRO GRESPINO.1

1.

     Stretti?! Ma gguardi llì: stanno attillati,2
Che jje fanno un piedino ch’è un piascere.
Sòle schiette, se sa,3 ppelle sincere:
So’4 stivali, e nno zzànnoli5 de frati.

     Che ccosa se ne fa, ssor cavajjere,
De quelli fanfaroni6 squatrassciati,7
Che ddoppo un’ora o ddua che ll’ha ccarzati
Je diventeno un par de sorbettiere?

     Sbatti8 er piede, accusì, ffacci de questo:9
Ma ggià, er vitello, come sente er callo,10
Cede da lui medémo11 e ppijja er zesto.12

     Oggi e ddomani ar più cche sse li mette,
Lei, sti stivali cqui, pposso accertallo
Che jj’anneranno sù ccom’e ccarzette.

30 novembre 1836.


  1. Crispino: nome comune de’ calzolai. [Perchè Crispino è il loro protettore.]
  2. [Stanno attillati in modo...]
  3. Si sa.
  4. Sono.
  5. Sandali.
  6. Goffi oggetti.
  7. Deformi per larghezza.
  8. Sbatta, batta.
  9. Faccia di questo: faccia in questo modo, come faccio io.
  10. Il caldo.
  11. Medesimo.
  12. Piglia il sesto.