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346 Sonetti del 1846


     Tièlle, — Ruzze,1 e la mappa nun cunvina!2...
Che strumenti so’ cquesti ch’hai portato? —
Oh bbuggiarà! le chiave de cantina!

Note
  1. Irrugginite.
  2. L’ingegno non combina con la toppa.]
Questo sonetto divenne popolarissimo in grazia della trovata. Ma, come forma, è una porcheria; e coloro (son tanti anche tra i Romani!) che hanno potuto crederlo roba del Belli, si vede che pigliano facilmente il princisbecco per oro. Cfr. la nota 6 del sonetto: L’anima ecc., 15 genn. 35 Cianche: zanche, gambe.

Ho già avvertito più volte che il naso di Gregorio era molto grosso e adunco. Esclamazione vocativa che tiene il luogo di o, e che si pronunzia molto aperta. Eccomi, cioè: "eccomi pronto ad aprire.„

Gregorio era stato frate, e tutti dicevano che gli piaceva di mangiar bene e ber meglio. "Sgrullà vale "scuotere, sbattere.„ Si sgrulleno i panni impolverati, i tovaglioli, ecc., e così le chiavi femmine, per farne uscire quel che potesse essersi introdotto nel cannello.

Sana e salva. [La frase è tolta dalla nota formula di scongiuro delle streghe al diavolo: "Sopr'acqua e sopra vento, portami alla Noce di Benevento.„ Cfr. la nota 4 del sonetto: La, str&cja^ 3 f ebb. 33.] Danari. [V. la nota 13 del sonetto: La morte eco. (2), 11 genn. 31]