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Sonetti del 1846 335

L'ORAZZIONE1 ESAUDITE

     Sta notte a mmezza-notte, Zzaccaria,
È mmorto d’accidente er zor Zirvani,2
Ch’era er cane ppiù ggrosso tra li cani
Che vvanno a ccacciarella3 in pulizzia.

     La fine de sto porco bu-e-vvia
È accusì ddispiaciuta a li Romani,
C’hanno cuncruso dda bboni cristiani:
Sia laudato er Ziggnore e accusì ssia.

     Je ne sò iti tanti d’accidenti,
C’a la fine sta goccia de ssciroppo4
L’ha accucciato5 senz’antri comprimenti.

     O, ppe’ un riguardo a cchi jje stava doppo,
Forzi ha ccapito pe’ li su’ talenti
Ch’era mala-creanza a ccampà ttroppo.

24 aprile 1846

  1. Le orazioni.
  2. L’avvocato Demetrio Silvani Loreni, cavaliere, assessore generale di polizia in Roma, morto di apoplessia fulminante poco dopo la mezzanotte dal 23 al 24 aprile 1846 “tota plaudente civitate.„
  3. Cacciarella: nome della caccia di grosso salvatico.
  4. Goccia: sinonimo di “apoplessia„: sciroppo, equivalente di “sinistro accidente.„
  5. Colcato.