Pagina:Sonetti romaneschi V.djvu/299


Sonetti del 1845 289

LE REGAZZATE DE LI ROMAGGNOLI.1

     Semo inzomma da capo, eh sor Zirvestro,
Co sti romaggnolacci de Romaggna?
Ma sta porca gginìa de che sse laggna
C’oggni tantino j’aripijja l’estro?

     È ’na cosa ch’io propio sce sbalestro!2
Lamentasse,3 pe’ ddio, de sta cuccaggna!
Che spereno de ppiù? de vive a uffaggna?4
De mette er zanto-padre in d’un canestro?

     Nun cianno5 come nnoi cchiese, innurgenze,
Preti, conforterie,6 moniche, frati,
Carcere, tribbunali e pprisidenze?7

     Nun c’è ggiustizzia llà ccome che cqui?
Ma vvia, propio sti matti sgazzarati8
Se moreno de vojja9 de morì.

30 settembre 1845

  1. [Era appena pronunziata a Ravenna (10 sett. 1845) la bestiale sentenza della Giunta stataria contro sessantasette liberali, che già si pubblicava quel Manifesto delle Popolazioni dello Stato romano ai Principi e ai Popoli d’Europa, compilato dal Farini, e che fu come il programma politico dei nuovi moti che il 23 settembre scoppiarono in Romagna e presero poi il nome da Rimini: moti inconsulti, ragazzate quanto si vuole (anche alcuni de’ capi, il Pasi per esempio, erano infatti giovanissimi), che costarono poco sangue, ma molti esili e molte lacrime, e tuttavia degni d’esser benedetti, se non altro perchè fornirono al D'Azeglio l’occasione di scrivere quella sua celebre requisitoria contro il Governo papale.]
  2. Ci perdo il senno.
  3. Lamentarsi.
  4. A ufo.
  5. Non ci hanno: semplicentente non hanno.
  6. [Cappella o altro luogo delle carceri, dove si confortano i condannati a morte. Della qual pena non è maraviglia che nello Stato pontificio si facesse sempre un vero scialacquo. Ma pochi sanno che nel 1845 a Ravenna si arrivò persino a simularla! "Contro due inquisiti,„ del processo rammentato nella nota 1, si adoperò la crudele menzogna di spacciarli già condannati a morte, e di mandarli legati con un crocifisso in mano al luogo del supplizio, sperando, ma invano, di ottenere con si crudele artifizio una confessione.„ Poggi, Op. e vol. cit., pag. 348.]
  7. [Presidenze di polizia.]
  8. [Il Belli nota altrove che sgazzerato o sgazzarato è voce di spregio; ma non ne determina il preciso valore, e io credo che oggi non s'usi più.]
  9. [Morirsi di voglia di fare una cosa: desiderare ardentemente di farla.]