Pagina:Sonetti romaneschi V.djvu/286

276 Sonetti del 1845


ER VOLO DE SIMOMMÀGO

4.

     Vorà ddunque soffrì Ppapa Grigorio
c’a un tesoriere suo tanto fedele
nun j’arrestino manco le cannele
da chiamà cquattro frati ar zu’ mortorio?1

     Levajje er frullonaccio,2 omo crudele,
che cciannò in fiocchi a Ssan Pietro-Montorio!3
e ppochi scenci cqui a Mmontescitorio!4
e ddu’ galanterie llà a Ssan Micchele!5

     Finarmente che ha ffatto, poverello?
Ha ttrovo, quann’è entrato, un mascelletto,
e llui l’ha ffatto diventà un mascello.6

     De llui cosa pò ddisse, poveretto?
Gnent’antro ch’è un gran omo de scervello,
e cche ttiè un core da romano in petto.7

13 gennaio 1845


  1. [Il licenziamento quasi improvviso del Tosti diede luogo a qualche chiacchiera di questo genere, che il Belli ripete però ironicamente, giacché sapeva benissimo come il redde rationem non fosse cosa da cardinali.]
  2. [Levargli il carrozzone cardinalizio. Ma frulloni, propriamente si chia- mano le carrozze che servono agli alti impiegati dei Sacri Palazzi.]
  3. [Con cui andò in fiocchi, cioè "in nappe,„ in gran gala insomma, a prender possesso di San Pietro in Montorio, quando, nel 1839, pubblicato cardinale, gli fu appunto conferito il titolo di codesta chiesa. La carrozza del Tosti era realmente tanto bella e sfarzosa, e la presa di possesso fu da lui fatta in modo tanto solenne, che ne dura an- cora la memoria.]
  4. [Dove egli, come tesoriere, abitava.]
  5. Dell’Ospizio di San Michele era e rimase Presidente. Anzi, uscito da Montecitorio, vi andò ad alloggiare.]
  6. [Egli era succeduto nel 1834 al Mattei e al Brignole, che in realtà avevano amministrato poco men male di lui. Il 6 agosto 1833, in un dispaccio confidenziale al suo Governo, l'ambasciatore sardo scriveva da Roma: “Molte piaghe a risanare, ed altre spese che occorrono continuamente, hanno di nuovo messo a fondo l'erario. Se a queste cagioni aggiungiamo lo sciuppo„ (sic) “e lo sperperamento che si fa del tesoro dalle persone cui è affidato, il dare in appalto alcune pubbliche entrate, il rapinare d'alcuni capi, l'ignoranza d' alcuni altri, per cui gl'inferiori tengono bottega, punto non farà meraviglia che il danaro vada ogni di scemando, e venga intieramente meno.„ E in un altro dispaccio del giorno 7 del mese successivo, alludendo a uno de' rovinosi prestiti contratti col Rotschild, scriveva: “Mi contento di citare il fatto, senza aggiungere una serie di particolarità che fanno scandalo e stomaco non solo ad ogni persona dabbene, ma eziandio a quegli stessi che sogliono trar profitto da simili faccende.„ Bianchi, Op. cit., vol. III, pag. 169.]
  7. [“Aveva un core da Romano!„ mi diceva testualmente pochi giorni fa il signor Carlo Boccacci, che lo conobbe, e che non sapeva neppure che esistesse questo sonetto inedito del Belli! E core da Romano, nel caso presente, significa che egli non pensava mai al domani; e, abilissimo a provvedere con rovinosi espedienti ai bisogni del momento, "colmava una fossa, spalancando una voragine.„ Gualterio, loc. cit.]