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Sonetti del 1843 | 175 |
ER VIÀGGIO DE FROSOLONE.1
Nun dubbitate, no, nnun dubbitate:
Nun ve state a ppijjà tutte ste pene:
Nun ve scallate er zangue in ne le vene:
Nun dite, fijji mii, ppiù bbuggiarate.
Er Papa è ddritto, er Papa è stato frate:
Dunque si spenne a vviaggi, a ppranzi e a ccene,
È sseggno che le cose vanno bbene,
E cch’ar monte2 sce fioccheno l’entrate.
Ma ccaso poi che sse vedessi bbrutto,
Ggnente pavura! ’Na gabbella nòva,
Quarche nnovena, e ss’arimedia a ttutto.
Ccusì armanco si er popolo se laggna,
Se laggna a ttorto; e ’r Papa je lo prova
Quanno er zant’omo va in carrozza e mmaggna.
1 maggio 1843.
- ↑ [Di Frosinone. — Nel 1841 Gregorio XVI aveva visitato le Marche e l’Umbria. La mattina del 1° maggio 1843 partì "con decoroso seguito,„ dice il Diario di Roma, per visitare le provincie di Frosinone e di Velletri, e tornò alla capitale la sera del 9. Il Belli lo accompagnò col presente sonetto, che sarà gustato di più, se si considera che l’unico effetto di questo secondo viaggio fu di peggiorare le già pessime condizioni economiche dello Stato, precisamente come era avvenuto del primo, il quale costò 200000 scudi ai Comuni, e 82000 all’erario, che già si trovava in deficienza di 600000 scudi annui. La natura “sospettosa e solinga„ del Pontefice non permise che nè dall’uno nè dall’altro viaggio si cavassero altri effetti; poichè “in nessun luogo dette udienza a’ privati, per tema che lo intrattenessero d’affari politici.„ E così torno a Roma, ignorando più di prima le vere condizioni de’ sudditi. Cfr. Poggi, Op. e vol. cit.. pag. 255.]
- ↑ [L’erario.]