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156 Sonetti del 1838



     Tutte sen van con una palma in mano
Dietro a colei che a tante verginelle
È come dir l’alfiere o il capitano.

     Vedi, Orsoletta mia, come son belle!
Ah perché venne un Angiol di Bassano
A cancellare il tuo nome da quelle!

Nel giorno di sant’ Orsola del 1838.]

     4 Ragazzo.      5 Che ha a caro e grazia di compitare ecc.      6 Se.      7 Non è roba conveniente.


LA MI’ CAUSA.

     Come va la mi’ causa? A cquer che ssento,
E vvolenno dà rretta ar mi’ curiale,
Me parerìa che nun annassi male;
Ma cquarch’imbrojjo cià da èsse1 drento.

     Jeri me venne a ddì cch’er tribbunale
Ha ggià sternato er propio sintimento,
Perché cc’è la raggione, e lo strumento
Canta a ffavore mio sur capitale.

     Sta su’ espressione a mmé nnum me dà ttanta
Vojja de ride,2 perché o llui cojjona,
O nnun è cquer gran omo che ss’avvanta.3

     Nu’ lo vedi che bbestia bbuggiarona?
Venimme4 a ddì cche lo strumento canta,
Quanno se5 sa che uno strumento sona!

21 ottobre 1838.


  1. Ci ha da essere.
  2. Voglia ridere.
  3. Si vanta.
  4. Venirmi.
  5. Si.