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128 Sonetti del 1837


netto si finge scritto dal Muzzarelli “Per gli augurosissimi sponsali da seguire in Firenze tra la nobile donzella signora Porzia N., col signor cavaliere Domenico N.;„ ed è preceduto da un’epigrafe, la quale, tra le altre cose, avverte che fu riportato da un giornale italiano, “siccome esempio, a chiunque entra in carriera col Cavallo Pegaseo, del vero e bello sonneto italico.„ Alla fine del titolo è inoltre avvertito, che “nella Toscana il nome di Domenico si suole contrarre in Beco.„

     Le dolci notte onde con tanto affeto
Turbi il sillenzio di tranquila note,
Trarìan Diogene anch’ei fuor de la bote
Con la magia d’insollito dilleto.

     E quando i vezi del divvino aspeto
Apri a le genti travagliatte e rote,
Da inesprimibil vollutà condote,
Sentonsi il cuore esillarar nel peto.

     Ah se quel carro al vincitor di Cane
Riso mostravi che ogni sdegno placca,
Romma erra salva e il Campidoglio secco.

     Il Ciel ti diè dotti sì bele; or vane
Deh vane, amatta Dona; o l’amor vacca
A corronar del tuo tenero Becco.]