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120 Sonetti del 1837

LE MAGGNÈRE CHE TTÚFENO

     No; ssi ffussi venuto, disce:1 “Nino,2
M’impresti un giulio? m’arigali un grosso?„,
Io je lo davo; perch’io, quanno posso
Fà un zervizzio,3 lo fo, ssor Giuacchino.

     Ma cquer véde4 uno che tte zzompa5 addosso,
Disce: “Sscirpa,6 per dio!, cqua sto lustrino„,7
Che sserve?,8 io me sce sento un rosichino9
Che starìa quasi pe’ sputacce10 rosso.

     Guarda che bbell’usanze bbuggiarone!
Protenne11 li quadrini da la ggente
Senza chièdeli12 prima co’ le bbone!

     Una vorta st’azzione13 da villani
L’usaveno du’ sceti14 solamente:
L’assassini de strada e li sovrani.

11 giugno 1837

  1. Se fosse venuto e avesse detto.
  2. Giovanni.
  3. Fare un piacere.
  4. Ma quel vedere.
  5. Ti salta.
  6. Vedi la n. del Son...
  7. Mezzo paolo d’argento.
  8. In poche parole, insomma, assolutamente, ecc.
  9. Stizza.
  10. Starei quasi per sputarci.
  11. Pretendere.
  12. Chiederli.
  13. Queste azioni.
  14. Due ceti.