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Sonetti del 1837 115


que o sei, o, passato il Volturno, condussero i due infelici sulle prossime montagne del Molise, imponendo alla ricca famiglia Del Prete la taglia di seimila ducati. Parte di questa somma fu mandata; ma la forza pubblica arrestò il messo sul Ponte Venticinque Archi al Volturno; e poi nella valle tra Monteroduni e S. Agapito nel distretto d’Isernia, riuscì a circondar que’ ribaldi;i quali, stretti così, cominciarono a far fuoco contro la forza; ma prima, uno di loro uccise a fucilate i poveri ricattati. Durante il combattimento, tre o quattro della banda riuscirono a scappare, ma furono presi poco dopo; due invece furono presi li per li, e, con gran maraviglia, riconosciuti per frati cappuccini sacerdoti, del Convento di S. Nicandro, a un chilometro da Venafro. Uno era il padre Alfonso da Vasto, al secolo Pietro Vinciguerra, l’uccisore de’ due poveri ricattati. L’altro, il padre Antonio da S. Marco la Catola, colui che aveva invitati all’impresa gli altri tre o quattro furfanti, suoi parenti. Questa scoperta fu come un lampo di luce su tante misteriose ruberie e grassazioni, seguite ne’ dintorni di Venafro in quel tempo. Perquisito infatti il Convento, furono trovate armi e munizioni sotto un altare della chiesa; e si venne in chiaro che i frati avevano costituita una vera e propria associazione di malfattori, diretta dal Padre Guardiano, Lorenzo da Campobasso, che fu anch’esso arrestato. E precisamente a Campobasso si discusse il processo. Il padre Alfonso fu dalla Corte condannato alla pena capitale; il padre Antonio all’ergastolo perpetuo, e il Guardiano e gli altri a pene temporanee. Ma Ferdinando di*Borbone, che non si commosse alle lagrime della madre de’ Bandiera, s’inteneri per quel povero padre Alfonso, e gli commutò la pena.]      2 [Questo rinfresco, con immagine diversa, equivale al toscano: “questa piccola bagattella.,]      3 Seppure.      4 Dove in Roma è il convento dei cappuccini.      5 Dirmelo.      6 Ci abita.      7 Il cardinale Ludovico Micara, cappuccino, creatura di Leone XII.      8 Tiene.      9 Darvi.      10 Creato cardinale dal Papa, questi gli conservò la dignità di generale dell’Ordine, che poco prima egli stesso aveagli conferita, conculcando le prerogative del Capitolo. Pel governo tirannico del Cardinal generale i frati lo presero un giorno a colpi di boccali in refettorio. Ora non è più generale, ma dimora in convento. [La sua reputazione di rigidezza era tanta, che quando “affranto dallo infermità più che dagli anni,, s’avviava in lettiga al conclave da cui uscì eletto Pio IX, molti popolani gli si affollarono intorno, gridando: Viva Sisto V! *A1lquale augurio vuolsi che il Micara laconicamente e con voce som-