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96 Sonetti del 1837

LI CAVAJJERI DE LA FAME.1

     Bisoggna ch’er zor Papa e sti bbuffoni
Der zu’ Sagro Colleggio de somari
Oggiggiorno nun abbino antri2 affari
Che de venìcce3 a rróppe4 li c.......

     Nu’ l’hai inteso, eh?, l’editto a li Chiavari5
Su la pracca6 da dasse7 a l’accattoni?
Che ssemo diventati? postijjoni?
Sbirri, guardiecampestre, mannatari?!8

     E pperchè nu’ la metteno sta pracca
In petto a ttante nuvole de frati,
Che pponno questuvà ssenza patacca?

     E pperchè sto bbèr9 mobbile moderno
Nun z’apprica10 a li ladri appatentati,
Che sgrasseno11 pe’ cconto der Governo?

10 aprile 1837.

  1. Cioè: “i poveri autorizzati alla questua mercè la decorazione di una placca ellittica di ottone da portarsi in petto, sulla quale è improntata la leggenda di Questuante in Roma.„ Ma poi questuano anche i non decorati, come in Roma deve accadere.
  2. Altri.
  3. Venirci.
  4. Rompere.
  5. Contrada di Roma.
  6. Placca.
  7. Darsi.
  8. Inservienti delle confraternite, detti mandatari. [Cfr. la nota 1 del sonetto: Er zoffraggio, 8 dic. 32.]
  9. Bel.
  10. Si applica.
  11. Verbo derivato da grassatore o grassazione.