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88 Sonetti del 1835

ER CEL DE BBRONZO.

     È inutile ch’er tempo sciariprovi.[1]
Scopri appena du’ nuvole lontane,
E arïecco dà ssù[2] le tramontane,
E da capo è impussibbile che ppiovi:[3]

     Disce a vvedé[4] le campaggne romane
È un pianto, è un lutto, so’ ffraggelli novi.
Li cavalli, le pecore, li bbovi
Manco troveno l’acqua a le funtane.

     Nun c’è ggnisun procojjo o mmassaria,
Che ppe’ la sete e la penuria d’erba
Vadi assente[5] da quarche appidemìa.

     Moreno inzin le bbufole e li bbufoli!
St’anno, si[6] la Madon[7] de la Minerba[8]
Nun ce penza, se[9] maggna un par de sciufoli.[10]

17 gennaio 1835.

  1. Ci riprovi. [A piovere, si sottintende.]
  2. Ed ecco di nuovo dar sù.
  3. Piova.
  4. [Dice, dicono, che a vedere ecc.]
  5. Esente.
  6. Se.
  7. La Madonna. Questa apocope non è nostra licenza, chè mai ce ne prendiamo, ma un vero modo di pronunzia dei nostri modelli.
  8. Cioè: “sopra Minerva.„ Chiesa de’ domenicani, elevata sopra al terreno occupato negli antichi tempi dal lucus Minervae, presso la palude caprea.
  9. Si.
  10. [Un par de zufoli: nulla.]