Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Sonetti del 1835 | 87 |
LO SBAJJO MASSICCIO.
Quanno zompòrno1 a Ddio li schiribbizzi2
De mette3 er monno ar monno e ccreà ll’omo,
Diede a cquesto la Lègge e ll’antri indizzi
Pe’ vvenì bbon cristiano e ggalantomo.
Ma ssuccesso lo scannolo4 der pomo,
Prima causa der còfino5 a ttre ppizzi,
D’allor impoi chiunque nassce è un tomo6
Pien de magaggne e ccarico de vizzi.
Pijja la secolare e ll’eccresiastica,
In oggn’arte sce cova un buggerio7
De malizzie e ppeccati; e Iddio la mastica.8
E ttante rare so’ l’azzione bbelle,
Che, a lo scoprinne quarchiduna, Iddio
Va in èstis9 e nnun cape in ne la pelle.
16 gennaio 1835.
- ↑ Zomparono, per “saltarono.„
- ↑ Ghiribizzi. [Ma anche la forma schiribizzo è vivissima in Toscana; e dall’averla il Manzoni sostituita sempre all’altra nella seconda edizione de’ Promessi Sposi, c’è da credere che sia anzi più comune, specialmente nello stile familiare.]
- ↑ Di mettere.
- ↑ Scandalo.
- ↑ Cofano, per “cappello.„
- ↑ Turbo.
- ↑ Ci cova un fermento, un viluppo, ecc.
- ↑ La sente male.
- ↑ Va in estasi.