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Sonetti del 1835 | 63 |
ER DUCA E ’R DRAGONE
2.
È scappato, sicuro ch’è scappato.
Cosa aveva da fà ppovero Duca?
In st’incastri che cqua,1 ’na tartaruca
Diventerebbe un lepre scatenato.
Er zu’ ggiacchetto2 è una cratura sciuca:3
Er cane der dragon era ingrillato:4
Er cancello era bbell’e spalancato:
Lui dunque a ggamme5 come una filuca.6
Er ziggnor Duca è un giovene medotico,7
Che ffa le cose in regola, e sse8 strugge
Dar gran talento sibbè9 ppare un zotico.
Co’ un zordato a ccavallo è ccosa scèrta
Che un pedone nun vince antro10 ch’a ffugge.11
Omo a ccavallo sepportura uperta.12
9 gennaio 1835.
- Note.
- ↑ [In questi incastri qui: in questa sorta di pericoli.]
- ↑ [Valletto, groom. E deriva dall’inglese jockey, con ravvicinamento però alla giacchetta corta, che si chiama appunto giacchetto.]
- ↑ Creatura [ciuca] piccola.
- ↑ [Il cane della pistola del dragone era alzato, aveva il grilletto pronto.]
- ↑ A gambe.
- ↑ Feluca.
- ↑ Metodico.
- ↑ Si.
- ↑ Sebbene.
- ↑ Altro.
- ↑ Fuggire.
- ↑ Vedi annotazione al verso 14.
Annotazione al verso 14
[Proverbio, di cui qui però è capovolto burlescamente il senso. — Da questa avventura di don Marino, il 19 gennaio 1835 il Belli cavò partito per ritornare sulla famosa Causa Cesarini (V. nel vol. III le pag. 433-36) con un so-