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424 Sonetti del 1836

AR ZOR DOTTOR MAGGIORANI.1

     Sapenno ch’io so llègge,2 er mi’ padrone
M’ha mmesso in mano sto cartolaretto,3
M’ha arigalato un grosso,4 eppoi m’ha ddetto
Che vve venissi a llègge sto sermone.5

     Ma llui ha ppreso un c.... pe’ un fischietto,
Perch’io, sor Carlo mio, nun zo’6 un cojjone.
Io j’ho ddato un’occhiata in ner portone,7
E ho ffatto8 tra de mé: cquesto è un zonetto.

     Nun c’è cche ddì, cquest’è un zonetto lóngo,
E nno un zermone,9 perchè in cima a quello
Ce vò10 er testo latino cór ditongo.

     Bbasta inzomma, o ssonetto o rritornello,
Io, sor dottore mio, me caccio er fóngo11
E, ssia quer che sse12 sia, ve lo spiattello.

24 marzo 1836

  1. [Carlo Maggiorani, nato in Campagnano di Roma nel 180), fu professore di medicina nell’Università Romana e grande amico del Belli. Nel 1859Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte le sue opinioni liberali gli valsero l’onore d’esser cacciato dall’Università; e, per non andare in prigione, si vide anche costretto a emigrare da Roma; dove però ebbe la consolazione di poter morire, tra il compianto di tutti i buoni, senatore del Regno d’Italia, Di questo sonetto esistono due copie: una con note, destinata alla raccolta, ma senza data; l’altra unita al sermone di cui si parla nella nota 5, e al quale il sonetto servi di prologo. Da questa seconda copia si rileva che sonetto e sermone furono scritti il 24 marzo 1836; e letti "in casa Maggiorani, innanzi a scelta comitiva, la sera del 10 ottobre., Il sermone si trova nel 4º volume dell’edizione Salviucci, ma con parecchie alterazioni, fattevi dallo stesso autore e da altri, come: l’ausonica Arcadia, invece di l’insipida Arcadia; Ti giuro per l’onore onde mi glorio, invece di Ti giuro pel pontefice Gregorio; E ne scaccino insiem ladri e soldati, invece di E ne scaccino insiem ladroni e frati; ecc.]
  2. Sapendo che io so leggere.
  3. Allude al sermone intitolato La casa nuova, scritto in occasione che il Maggiorani mutò abitazione.
  4. [Quadernetto.]
  5. [V. la nota 3 del sonetto: La lista, 12 dic. 34.]
  6. Non sono.
  7. [Nel portone di casa, intende dire.]
  8. Ho detto.
  9. Sermone non è altro pel nostro popolo fuorché il panegirico pel Gesù Bambino in Natale. Tutti poi i componimenti poetici sono sonetti.
  10. Ci vuole.
  11. Mi cavo il cappello.
  12. Si.