Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
398 | Sonetti del 1836 |
ER BALIÀTICO DE GGIGGIO.1
L’ha ssentito er zor Giachemo c’ha ddetto?
Je2 poteva parlà mmejjo un profeta?
Dunque sur pupo3 suo lei vivi4 quieta,
Come si5 llei se lo tienessi6 ar petto.
La stanzia è ggranne e nun è ffatta a ttetto:
Er coso de la cùnnola7 è de seta...
Via, quer ciumàco8 sta, ssiggnora Tèta,9
Com’un fijjo de re, ccom’un papetto.10
Bbast’a ddì ssi in che mmano s’aritrovi11
Che infinamente12 un par13 de vetri rotti
Sò stati ggiubbilati14 e mmessi novi.
Quanno sce sò15 de mezzo ommini dotti,
Sora commare mia, questo j’approvi16
Che quer che ffanno nun pò annà a ccazzotti.17
2 marzo 1836
- ↑ Si allude al figlio di Giacomo Ferretti. Questi, di ritorno da Frascati dove lasciò a balia il bambino, rassicurò la moglie con parole conformi a quelle dei versi. [Su Giacomo Ferretti, si veda la nota 8 del sonetto: Lì commenzabbili, ecc., 1 sett. 35; e sul figlio Luigi, che riusci uno de’ più felici continuatori dell’arte del Belli, si veda la Prefazione.]
- ↑ [Gli]: le.
- ↑ [Bambino. Dal lat. pupus.]
- ↑ Viva.
- ↑ Se.
- ↑ Tenesse.
- ↑ [il coso della culla.] Coso: parola di ogni significazione presso il volgo. [Qui, pare che voglia dire: “le cortine.„]
- ↑ Nome accarezzativo.
- ↑ Teresa.
- ↑ [Come un piccolo papa. Ma fa ridere perchè il papetto era una moneta d’argento, del valore di poco più d’una lira nostra.]
- ↑ Per mostrare in quali mani si ritrovi, basti il dire che ecc.
- ↑ Fino, sino.
- ↑ Un paio. [Ma, in questo caso, anche in Toscana si dice forse più spesso par che paio. Quindi la nota del Belli è per lo meno inutile. E per essa, come per tante altre simili, rimando il lettore a quanto ho detto nella nota 7 del sonetto: L’età ecc., 14 marzo 84]
- ↑ Rimossi.
- ↑ Ci sono.
- ↑ Le provi.
- ↑ Non può andar male.