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Sonetti del 1834 29


UNA RISULUZZIONE.

     Er frate zzoccolante fra Mmodesto,
Che li libbri li sa ttutti a mmemoria,
M’ha rriccontato una gran bell’istoria
Successa in ner papato de Pio Sesto.

     Disce lui dunque, e lo sostiè, che cquesto,
Prima d’annà a ggodé l’eterna groria,
Vòrze1 annà a Vvienna a ggastigà la bboria
D’un re cche ccamminava troppo presto.2

     Arrivò, cce parlò, jje disse tutto;
E, cquann’ebbe finito, er Re ttodesco
Disce che jj’arispose assciutto assciutto:

     “Pio Sesto mio, vatte a ffà fotte, e ddamme...„3
Allora er Papa cche cconobbe er fresco,4
Ritornò cco’ la coda tra le gamme.

10 dicembre 1834.

  1. Volle.
  2. Si tratta, come ognun vede, della visita fatta da Pio VI all’imperatore Giuseppe II, per distoglierlo, se fosse stato possibile, dalle riforme liberali. Ma, per il romanesco, re e imperatore sono tutt’uno.]
  3. Dammi di barba, ecc. [Dar di barba, o dar di barba in cuppola ad uno, vale: “superarlo in checchessia,„ o anche “faro stare a dovere.„ Ma in quest’ultimo senso non s’usa, credo, altro che come è usato qui, cioè ironicamente. E il cuppola (cupola) vi si aggiunge per l’identità della sillaba cu con la prima sillaba d’un’altra parola, che il tacere è bello.]
  4. Conobbe l’aria che tirava.