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338 Sonetti del 1835

MARIUCCIA LA BBELLA.

     È una bbella regazza scertamente:
Cqui ppoi nun c’è da repricàcce[1] affatto.
Lei se pò vvenne[2] p’er vero ritratto
Der paradiso o ppoco indiferente.[3]

     L’unica cosa..., ma nnun guasta ggnente,
Pare che ffrigghi er pessce e gguardi er gatto,[4]
Ch’abbi un occhio ar bicchiere e un antro ar piatto,
Ch’uno azzénni a llevante, uno a pponente.

     Sì, gguarda un po’ in ner buzzico,[5] ma cquesto,
Siconno mé, l’ajjuta e jje dà ggrazzia
Ppiù de la bbocca e ttutto quanto er resto.

     Perché la bbocca cór barbòzzo[6] e ’r naso
Pàreno un chincajjùme[7] che sse sdazzia,[8]
Lettre de stampa messe inzieme a ccaso.[9]

29 settembre 1835.

  1. Replicarci.
  2. Si può vendere.
  3. O consimil cosa.
  4. In questo e ne’ tre seguenti versi, dicesi per vari modi [tutti comunissimi] essere ella losca.
  5. Vaso di latta da tenere olio a mano, per uso minuto e continuo.
  6. Mento.
  7. [Paiono un chincagiume: una cassa di chincaglierie.]
  8. [Quando] si sdazia.
  9. [Come appunto si vedono sulle casse che hanno viaggiato.]