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296 Sonetti del 1835

LA MADÒN DE LA NEVE.

     La Madòn de la Neve è una Madonna
Diverza assai da la Madòn de Monti,
Da quell’antra1 viscin’a Tor de Conti
E da quella der Zasso a la Ritonna.2

     Sopra de lei m’ariccontava nonna,
Fra ttant’antri3 bbellissimi ricconti,
’Na storia vera da restacce tonti,4
Che nnun ze n’è ppiù intesa la siconna.

     Ciovè cche un cinqu’agosto, a ora scèrta,5
Nevigò in zimetrìa su lo sterrato
Fra Vvilla Strozzi e ’r Palazzo Caserta.6

     E intanto un Papa s’inzoggnò un sprennore;7
E “Vva,„ ss’intese dì: “ddov’ha ffioccato
Fa’ ffrabbicà8 Ssanta Maria Maggiore.„9

14 settembre 1835.

  1. Altra.
  2. [Alla Rotonda]: al Panteon.
  3. Tanti altri.
  4. Da restarci attoniti.
  5. Ad ora certa.
  6. [I quali, naturalmente, al tempo cui risale la leggenda, erano ancora in mente Dei.]
  7. Si sognò, sognò uno splendore.
  8. Fa’ fabbricare.
  9. [“Rimontane l’origine al 852, sotto il pontificato di san Liberio, e venne eretta in seguito di una visione che questi e Giovanni Patrizio, nobile romano, ebbero nella stessa notte, e che il seguente mattino, ossia il 5 agosto, si trovò confermata dalla prodigiosa caduta di neve; prodigio che diede luogo alla festa che si celebra nella stessa chiesa ricorrendo l’anniversario di quel giorno. La neve copriva giusto lo spazio che contener doveva il santuario, ed è perciò che questo prese il nome di S. Maria ad Nives e di Basilica Liberiana; oggi però vien chiamata S. Maria Maggiore, essendo la prin- cipale fra le chiese di Roma dedicate alla Madonna., Nibby, Itinerario di Roma ecc., corretto ed ampliato ecc. dal prof. Filippo Porena; Roma, 1883; pag. 130.]