Pagina:Sonetti romaneschi IV.djvu/295


Sonetti del 1835 285

miei, cari miei.]      8 Faccenda.      9 Il Cardinal Vicario, Odescalchi, fuggì con la Madonna nella Chiesa di S. Maria in Vallicella (Chiesa Nuova) de’ Filippini, ed ivi la depose. Con altra processione poi [alla quale prese parte anche il Papa, i Cardinali, il Senatore, ecc.] nella seguente domenica, si portò a S. Pietro, dove per vari giorni rimase esposta alla pubblica venerazione, e quindi [dopo un’altra tappa di sei giorni nella Chiesa del Gesù, il 30 settembre] fu ricondotta a casa sua, [accompagnata anche questa volta dal Papa, dai Cardinali, ecc.].      10 [Doverono, dovettero fare.]      11 [Questa similitudine deriva evidentemente dalla fuga di Vienna con Paris, raccontata nel vecchio romanzo, che il nostro popolo legge ancora.]


LA MADONNA DE LA BBASILICA LIBBRERIANA.

2.

     Uhm, la ggiornata er Papa nu’ la trova
Pe’ ffini ll’antra1 mezza priscissione.
Che tte pare? Ggià er tempo sciariprova
Cór zolito tempaccio bbuggiarone.

     Vado vedenno2 che sta gran funzione
Finirà ccom’er pranzo d’un par d’ova,
E ’r zagro3 quando resterà a ppiggione
Indóv’abbita mo, a la Cchiesa-nova.

     La spasseggiata de sto quadro nero
Me pare er viàggio de la tartaruca,
Che ppe’ ttre mmijja sce vò4 un mese intiero.

     Oh pprovera Madonna de san Luca!
Lei a Ssan Pietro nun ce va davero,
Si5 er Papa nun prepara una filuca.

13 settembre 1835.


  1. L’altra.
  2. Vedendo.
  3. E il sacro.
  4. Ci vuole.
  5. Se.