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208 Sonetti del 1835

UNA DIMANNA D’UN ZIGGNORE.

     L’avé ar monno ricchezze e pprencipati
Va bbene, ma è ppiù mmejjo l’èsse dotti,
Pe’ ttené ppronti llì, ccom’e ccazzotti,
Li su’ termini truschi1 e ariscercati.

     Ecco, a Ttivoli, er duca Lancellotti2
Disse ar pranzo der Papa a ddu’ prelati:
“Ha vvisto li fonticoli, aridotti
A usanza de spasseggi alluminati?„3

     Er Papa ne fu ttanto perzuaso,
Che llì per lì jje s’arimpóse er vino,4
E jj’uscì ppe’ le natiche5 der naso.

     Però,6 cquanno un zziggnore è ppiccinino,
Pe’ ffa7 bbona figura in oggni caso,
Lo metteno a studià Ccisceroncino.8

19 maggio 1835.

  1. [“Trusco, quasi etrusco, per crusco,„ avverte altrove lo stesso Belli. E con quel crusco è evidente che vuol dire cruschevole.]
  2. [Il duca Ottavio Lancellotti era mezzo scemo.]
  3. I due cunicoli, aperti a traverso d’una roccia, onde divergere il corso dell’Aniene dai luoghi che flagellava con soverchio impeto. Il Papa vi entrò a passeggiare, recatosi espressamente in que’ luoghi per ricrearsi fra le sue cure di stato. [Questa gita di Gregorio XVI a Tivoli deve essere quella stessa di cui ho parlato nella nota 1 del sonetto: Er viaggio ecc., 21 apr. 34, e che ebbe luogo il 28 del detto mese ed anno; poichè non trovo che da allora fino al giorno in cui il Belli scrisse quest’altro sonetto, il Pontefice si recasse colà un’altra volta. E in quell’occasione egli visitò appunto i cunicoli, in mezzo a grandi feste e dimostrazioni di gioia de’ Tiburtini, le quali furono lungamente descritte nel Suppl. al num. 37 del Diario di Roma.]
  4. [Gli si rimpóse il vino: gli andò attraverso, per il troppo ridere.]
  5. Sinonimo ricercato di narici, che altrimenti sarebbero frosce [froge]..
  6. Per questo motivo.
  7. [Per fare: affinchè poi faccia.]
  8. [Ciceroncino si chiamava nelle scuole il libro delle lettere scelte di Cicerone.]