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182 Sonetti del 1835

LI CARDINALI AR CONCISTORO.

     C’è Ffarzacappa,1 Mìcchera,2 Tantini,3
Sciacquapiatti,4 Sciufèco,5 Desimoni,6
Fressce,7 Tesguazzo,8 Frozzoli,9 Obbizzoni,10
Bussi, Pacca, Latrijja,11 Bbarberini,

     Odescarchi,12 Sciabbotta,13 Lammruschini,14
Morozzo, Arbani,15 Zzùllera,16 Franzoni,17
Delaporta, Isuà,18 Mmacchia,19 Guidoni,20
Vèrde,21 Arezzi,22 Crapano,23 e Ppidiscini.24

     Sin qua sso’ vventinove. Chi cce resta?
Sirva,25 Riari,26 Grassucchi,27 Canale.Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte
Sala, Doria, Arberghini,28 quela cresta

     De Pallotta29... ch’edè? ccome? sta mmale?
De testa hai detto? Un rifreddor de testa?
Un rifreddor de testa a un cardinale?!

20 aprile 1835.

  1. Falzacappa.
  2. Micara.
  3. Dandini.
  4. Caccia-Piatti.
  5. De Cienfuegos-y-Jove-Llanos. [Ma ciufèco, in romanesco, significa: “persona, e qualche volta anche cosa, sgarbata o goffa.„]
  6. De Simone.
  7. Fesch.
  8. De Inguanzo-e-Ribera.
  9. Frosini.
  10. Carlo Oppizzoni.
  11. De Latil. [Come se derivase da trijja, triglia.]
  12. Odescalchi.
  13. De Rohan-e-Chabot.
  14. Lambruschini.
  15. Albani.
  16. Zurla.
  17. Fransoni.
  18. D’Isoard.
  19. Macchi.
  20. Vidoni.
  21. Weld.
  22. Arezzo.
  23. Caprano.
  24. Pedicini.
  25. De Silva.
  26. Riario Sforza.
  27. Gaysruch.
  28. Alberghini. — Non si troverebbe un perfetto sincronismo fra tutti questi Eminentissimi, alcuni dei quali sono stati pianti di recente. Ma i vivi non valendo gran fatto più de’ morti, si è creduto lasciarli in compagnia.
  29. [Quel bel tomo di Pallotta. — Mandato con pieni poteri da Leone XII nella provincia di Marittima e Campagna, per purgarla dai briganti che la infestavano, e tra cui era anche il famoso Gasparone, il Pallotta vi commise “disorbitanze strane,„ e diede “singolare esempio di governo furibondo;„ tanto che il Papa fu costretto a richiamarlo, e “deputare all’impresa monsignor Benvenuti, il quale poi riusci nell’intento più per via d’accordi e di pensioni vitalizie concesse ai malandrini, di quello che con la forza.„ (Farini, Op. e vol. cit., pag. 22-23.) Bisogna anzi aggiungere che mentre i briganti osservarono gli accordi, “il Governo li violò, facendo prigione a tradimento Gasparone e tutta la sua compagnia nel Castello della Riccia.„ (D’Azeglio, Op. cit., cap. XXI.) L’editto che il Pallotta pubblicò da Ferentino il 15 maggio 1821, contro li Crassatori, Facinorosi e Malviventi, è un tal capolavoro di crudeltà e di spropositi d’ogni specie, che il Governo ne ritirò quante più copie potè; e Luigi Pianciani (La Rome des Papes, par un ancien membre de la Constituante Romaine; Bâle-London, 1859; vol. III, pag. 84) racconta che ci fu chi, per averne una, dovette pagarla cento scudi. Io l’ho trovato nell’Archivio di Stato, e mi restringerò a dirne che accanto alla pena di morte, comminata e in via sommarissima anche contro ragazzi che avessero solo compito i quattordici anni, ci ho letto questo periodo, in cui il Cardinale fa morire Gesù Cristo a Roma: “La Truppa di Linea con Appostamenti e Ronde opportune si occuperà unicamente della tanto necessaria sicurezza delle Strade Corriere; troppo interessando, che sia libero e sicuro l’accesso e recesso alla Città consagrata al Nostro Signor Gesù Cristo dal glorioso Sangue del Martirio de’ SS. Apostoli Pietro, e Paolo, Città Sacerdotale e Regia, Capitale del Mondo Cattolico, in cui l’Altissimo fondò il Principato del Sacerdozio, ed il Capo della Religione Cristiana, e la sede del suo Martirio, che soffrì per la nostra salvezza, alla quale da tutte le parti del Mondo concorrono i Fedeli.„]