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Sonetti del 1835 165

UN CONZIJJO DA AMICO.

     Santo Padre, che ccosa ve fr.....1
Co’ ttutti sti quadrini che spennete?2
Dolori co’ le mmànnole3 attorrate
Ve possino venì ssi nnu’4 l’avete.

     Ve pare questa quaFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte vvita da frate?
Ve pare questa cqua vvita da prete?
Eppoi fate er piaggnone: eppoi sperate
Che vve possino annà le cose quiete.

     Le ggente mica poi so’ cceche e mmute;
E vve faranno avé strette infinite,
Peggio de quelle che ggià avete avute.5

     Che ssciupi6 una siggnora ch’ha la dote,
Pascenza;7 ma li vostri, lo capite?,
Nun zo’ sfarzi da Sommo Sascerdote.

7 aprile 1835.

  1. V’imbrogliate.
  2. [“Dicono che la sua casa, (di Gregorio XVI) “non fosse ministrata con parsimonia, e che vi si facessero spese poco assegnate.„ Farini, Op. e vol. cit., pag. 127.]
  3. Mandorle.
  4. Se non.
  5. [Per la rivoluzione del 1831.]
  6. Scialacqui.
  7. Pazienza.