Pagina:Sonetti romaneschi IV.djvu/113


Sonetti del 1835 103


l’insegna, gli tolgono ogni efficacia. Beppe Mastrilli, il quale, come dice la canzone,

............ con una palla di metallo
Ammazzò quattro sbirri ed un cavallo,

offre ben altre seduzioni: non si può, è vero, affermare ch’egli fosse un santo: si concede che la sua vita fu piena di peccati che non tutti i confessori possono assolvere: ma la tradizione per lo più attribuisce ai suoi idoli una fine esemplare. Secondo le leggende, sembra sempre che quasi per miracolo le cose si combinino in modo che l’eroe vada poi diritto in paradiso: e sa in che consiste il segreto? Nell’esser divoto della Madonna o di Loreto o degli Angeli, o di qualunque altro luogo, averne in petto l’abitino, portarlo sempre, far dir qualche messa o accendere qualche moccolo. Con queste precauzioni, non c’è esempio che la faccenda finisca male. Tale è il sunto delle dottrine insegnate, non dal dogma cattolico, ma da un clero ignorante ed interessato; e tale n’è il frutto.„ Op. cit., cap. XXV.]