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Sonetti del 1833 67


LA PRIMA CUMMUGGNONE1.

     Terminata che ffu ll’urtima scéna,2
Cristo diede de pìccio3 a una paggnotta,
La conzagrò, la róppe,4 e, appena rotta,
Cummunicò un e ll’antro5 a ppanza piena.6

     E ss’ha da dì cche ppropio stassi7 in vena,
Pe’ ddà8 la su’ fettina a cquer marmotta
De Ggiuda (vojjo dì Ggiuda Scariotta),
Che annò a ffa cquer tantin de cannofiena.9

     Poi lui puro,10 viscino a la passione,
Pe’ mmorì cco’ li santi sagramenti,
Se maggnò da sestesso in cummuggnone.

     S’intenne11 ggià cco’ ttutti l’ingredienti;
Ciovè12 ddoppo una bbona confessione,
Pe’ rregola dell’antri13 pinitenti.

27 maggio 1833

  1. Comunione.
  2. Cena.
  3. Diede di piglio.
  4. Colla o chiusa: “ruppe.„
  5. Uno e l’altro, tutti.
  6. Come sono cambiati i costumi! Andate ora dopo mangiato a prendere l’Eucaristia! Vi beete la condanna del qui manducat et bibit indignè. Ma in quel cenacolo, l’ultimo boccòne sarà disceso nello stomaco all’ultimo minuto avanti la mezza-notte, e la comunione sacramentale al primo minuto seguente, ciò che forma una intiera giornata, e val meglio che non una digestione già perfetta in sei o sette ore seguite in una giornata medesima. Ecco il vero spirito del digiuno naturale, prescritto ad uno stomaco destinato per albergo al Signore.
  7. Stasse.
  8. [per dare: poichè diede.]
  9. Altalena.
  10. Egli pure, anch’egli.
  11. S’intende.
  12. Cioè.
  13. Degli altri.