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Sonetti del 1833 43


li accompagnava fuori con indecenti derisioni ed oltraggi. E come se tutto questo non bastasse, nel 1828 fu anche resa pubblica con incisione caricata (opera, credo, del Pinelli) la dipintura dell’atto umiliante. Cosi è detto in una Memoria presentata dopo il carnevale del 1836 dalla Comunità israelitica a Gregorio XVI: Memoria di cui esiste la minuta tra le carte della Comunità, e da cui si rileva anche un altro fatto più importante. Il D’Azeglio e il Mannucci dicono che l’omaggio si prestava davanti al Senatore, il quale, com’è noto, aveva attribuzioni diverse da quelle de’ Conservatori, e residenza e trono a parte. Il Belli invece, e i documenti fino a tutto il secolo passato, del Senatore non ne parlano mai. Ora, la citata Memoria e altre, comunicatemi dall’Alatri, mi mettono in grado di affermare che, forse dopo le vicende politiche del 1798 e del 1808, l’omaggio fu duplicato, cioè cominciò realmente a prestarsi, con le stesse formalità e nello stesso giorno, anche davanti al Senatore; anzi, pare, prima davanti a lui, e poi davanti ai Conservatori. Dimanierachè, i poveri Deputati della Comunità, per recarsi dal Palazzo Senatorio a quello de’ Conservatori, o viceversa, dovevano, in parrucca o coi capelli incipriati, e con l’abito nero da città col collare, traversare la Piazza del Campidoglio, gremita di volgo indigeno e di stranieri volgarmente curiosi. A render quindi meno mortificante questa nova berlina, nel 1827 la Comunità ottenne dalla bontà de’ Superiori, che i suoi Deputati non s’imparruccassero o non s’incipriassero, e, a quanto pare, che non vestissero più neppur l’abito di costume. Ottenne inoltre, che invece di apparati (forse addobbi per le feste carnevalesche), si esibisse un mazzo di fiori; e che nella risposta si sopprimesse quell’umiliante Andate! Ma nel 1836, avendo essa supplicato che l’omaggio si prestasse in forma del tutto privata, come in realtà avrebbe dovuto prestarsi in forza di un istrumento, fatto dal notaro degli stessi Conservatori il 2 febbraio 1668 (istrumento che, bisogna dire, fosse stato dimenticato dai Sessanta che nel 1779 si lasciarono carpire quell’infausta procura); i Signori del Campidoglio non vollero acconsentire: anzi, ritirarono fuori l’obbligo, non so se della parrucca, ma certo dell’abito di costume; concessero bensì che i Deputati lo vestissero dentro le stesse sale capitoline, e che invece di una sola Deputazione, ne venissero due, per prestar l’omaggio contemporaneamente, una al Senatore, l’altra ai Conservatori: giacchè così si evitava la berlina del traversar la piazza, e la folla, divisa nelle due sale, sarebbe stata minore. Ma, non ostante la promessa, l’atto non fu contemporaneamente eseguito, sicchè il colto pubblico potè godere d’un doppio spettacolo; e