Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu/301


Sonetti del 1834 291


ma nella Prefettura degli Archivi. L’egregio Prefetto, monsignor Bargagnati, così rispose ad un notaio che reclamava contro ad una ingiusta multa impostagli per non sussistenti contravvenzioni. [E così, a un dipresso, rispose il Commissario di polizia allo Stenterello del Giusti, che voleva scolparsi dell'accusa di liberale: "So vita e morte della sua persona... E qui dove son io non si ragiona.„]


LA SARVAZZIONE DELL'ANIMA.

     Pe’ ssapé er pezzo de ggener’umano
Potùtose1 sarvà ssenza bbattesimo,
Guardate sur lunario in che mmillesimo
Er Redentore entrò ddrent’ar Giordano.

     L’istess’anno, in ner giorno medemésimo2
Che Ggesucristo se fesce cristiano,
Finì ar monno er Decàccolo3 pagano,
E ccominciò a ddà ffora er Cristianesimo.

     Tutt’er gener’umano ch’era morto
Sin a cquer punto senza crede4 in Cristo,
S’era sarvato e sse trovava in porto.

     Ma dde li morti da quer giorn’impoi,
O Ebbrei, o Tturchi, o Fframmasoni, tristo
Chi nun ha ll’acqua com’avémo noi.

19 aprile 1884.


  1. Potutosi.
  2. Medemésimo: parola ricercata di un buon parlatore, composta di medémo che è la voce d’uso popolare, e medesimo, lezione de’ nostri cattivi lessici.
  3. Decalogo.
  4. Credere.