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274 Sonetti del 1834


ANGELETTO DE LA MADALENA1

2.

     Stante quer terremoto de ruvina,
Ch’er popolo li poveri cantanti
Un po’ ppiù ll’ammazzava tutti quanti
Co l’impressario appresso e la Reggina,2

     Er Governo ha mmannato3 stammatina
Li maestri Grazzioli e Ffioravanti4
Pe’ vvedé ssi ll’antr’5 Opera cammina
E ssi er teatro pò ttirasse6 avanti.

     Stiino dunque contentili romani,
Ché cco ddu’ antri concertini soli
L’opera nova pò annà ssù ddomani.

     St’antri cantanti poi, disce Grazzioli
Che ssi nun zò addrittura cani cani,
Manco sò rrosiggnoli rosiggnoli.

27 aprile 1834


  1. Primo chiavettaio e bagherino del teatro Valle.
  2. Il popolo nella sera di cui parla il sonetto precedente era già così mal disposto alla tolleranza, che essendosi dalla Deputazione degli spettacoli ritardato di mezz’ora il principiare dell’Opera onde attendere l’arrivo della Regina Vedova di Napoli, che di que’ giorni era in Roma, questa al suo primo apparire in teatro fu accolta con non equivoci segni di disgusto.
  3. Mandato.
  4. I due maestri di cappella veramente a ciò deputati dal Governo.
  5. Se l’altra, ecc.
  6. Può andar.