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262 Sonetti del 1834

ER LEGGNO PRIVILEGGIATO1

     Largo, sor militare cacarella:2
Uprimo3 er passo, aló,4 ssor tajja-calli:
Ché sti nostri colori ner’e ggialli
Nun conoschen’un cazzo5 sentinella.

     Sò Ccasa-d’Austria,6 sò, ddio serenella!7
Dich’e abbadat’a vvoi,8 bbrutti vassalli,9
Perch’io co’ sta carrozza e sti cavalli
Pozzo entrà, ccasomai, puro in Cappella.10

     E ddoman’a mmatina, sor dottore,
Ciariparlamo11 poi co’ Ssu’ Eccellenza
Davant’a Monziggnor Governatore.

     Guardate llì ssi12 cche cquajja-lommarda13
Da soverchià er cucchier14 d’una Potenza,
E nun portà rrispetto a la cuccarda!15

9 aprile 1834

  1. I cocchi degli ambasciadori, ed alcuni altri, godono a Roma il privilegio di passare in ogni momento e per ogni verso dove tutti gli altri debbono osservare delle regole.
  2. Nome di sprezzo, per dare ad alcuno del fanciullo.
  3. Apriamo.
  4. Voce storpiata dal francese allons, che udivasi in Roma anche prima della ultima invasione gallicana.
  5. Non conoscono affatto, ecc.
  6. Sono casa-d’Austria. I cocchieri e servitori dei grandi si attribuiscono, senza complimenti, i nomi de’ loro padroni: di che vedi il Sonetto...[La nascita, ecc., 25 apr. 34]. Siccome poi a Roma è uso di indicare i diversi diplomatici col nome della potenza che rappresentano, dicendosi: Sono stato da Francia, c’era Russia; è venuto Austria, ecco il perchè un cocchiere può divenire addirittura Casa d’Austria.
  7. Esclamazione.
  8. E, dico, badate a voi.
  9. [Beceri, mascalzoni.]
  10. S’intende la Cappella papale. [E quel casomai vale un Perù contro i nostri preti, i quali volevano meglio esser servitori umilissimi dell'Austria, che liberi cittadini di nazione indipendente.]
  11. Ci riparliamo. [Cioè: "Ve la farà pagar cara Sua Eccellenza il mio padrone, che ricorrerà a Monsignor Governatore di Roma.,]
  12. Se.
  13. Quaglia-lombarda: escremento umano.
  14. Cocchiere.
  15. Coccarda, o, come direbbe un purista, nappa.