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Sonetti del 1834 | 159 |
LA FUNZIONE DER ZABBITO-SANTO.
Oh! io dico pe’ mmé cch’er giudïòlo,
Che ssiconno1 lo stile de l’antr’anni
Sabbito battezzòrno a Ssan Giuvanni,2
Nun abbi avuto un battesimo solo.
Sarìa ggiudizzio de tené un fijjolo
Drent’a li Cacatùmmeni3 a li danni
De tutta la caterba4 de malanni
Che vve lo pònno fà mmorì ebbreolo?
Un accidente5 solo, Iddio ne guardi,
Che ppijjassi6 a quer povero allevìmo,7
Farìa pentì dde bbattezzallo tardi.8
Pe’ cquesto io ve discevo, sor’Antonia,
Ch’er battesimo vero è cquello primo,
E in ner zabbito-santo è ccirimonia.
4 marzo 1834.
- ↑ Secondo.
- ↑ Il sabato-santo nella Basilica Lateranense, si amministrano tutti e sette i sagramenti della Chiesa, si consagrano l’acqua e l’olio, e si praticano molte e lunghissime altre belle cerimonie.
- ↑ I Catecumeni, ospizio d’istruzione de’ Neofiti, in S. Maria a’ Monti.
- ↑ Caterva.
- ↑ Accidente, nel senso di apoplessia, vocaboletto che occupa la quarta parte del discorso de’ popolani di Roma.
- ↑ Pigliasse.
- ↑ Allevìme, termine buccolico della campagna di Roma: “allievo.„
- ↑ [I catecumeni, salvo casi eccezionali, si battezzano sempre il sabato santo.]