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152 Sonetti del 1834

ER QUADRARO1

     Ecco quello ch’edè:2 nne li contratti
Quarche vvorta io patisco d’estrazzione;3
E llei4 lo sa cche li scervelli estratti5
Spesso in ner contrattà vvanno a ttastone.6

     Ccusì ssuccesse a mmé: nner fà li patti
Nun ce messe7 abbastanza irrifressione;8
E nnun stiede9 a bbadà cche li ritratti
Somijjanti hanno un prezzo d’affrizzione.10

     Vennenno11 er quadro mio, nun me penzavo12
Che cquer quadro potessi èsse d’utore,13
E, cquer ch’è ppeggio, d’un utore bbravo.

     Se figuri14 s’io davo per un pavolo
Du’ ritratti dipinti da un pittore,
De San Micchel’arcangelo e dder diavolo.15

17 gennaio 1834

  1. Il nostro quadraio è uno di que’ mercatanti di quadri che trovansi a Roma col loro fondaco sulle pubbliche vie, anche di notte a lume di candele di sevo piantate sulle selci della strada. Questo lume artificiale serve molto bene a dare ai loro dipinti quella stessa appariscenza ingannevole, che fece nascere il proverbio ammonitivo: Nè donna, né tela a lume di candela. Eglino vendono la loro merce a prezzo fisso, secondo la grandezza dei pezzi: di modo che in distinti cartelli, per quante sono le classi di quelle grandezze, leggesi spesso: a un grosso il pezzo e capate: a un paolo il pezzo e capate (scegliete), ecc. [Paolo: mezza lira romana. Grosso: mezzo paolo.]
  2. Che è.
  3. Estrazione, per “astrazione.„
  4. Ella.
  5. Astratti.
  6. [A tastoni.]
  7. Non ci misi.
  8. Irriflessione, per “riflessione.„
  9. E non stetti.
  10. Afflizione, per “affezione.„
  11. Vendendo.
  12. Non pensava.
  13. Potesse essere d’autore.
  14. Si figuri...
  15. E certo, due ritratti somiglianti di S. Michele arcangelo e del diavolo, e più dipinti da un pittore, non hanno prezzo.