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Sonetti del 1834 | 145 |
LA PROMOZZIONE NOVA
Che mmutino oggni mese un Tesoriere,
Questa, pse,1 ttant’e ttanto je se passa,2
Perchè er zegreto de spojjà la cassa
Lo sanno tutti e in tutte le maggnere.3
Per un modo de dì, cquello è un mestiere
Fratèr-carnale4 de la nebbia bbassa,
Ché, cquanno arriva, come trova lassa,5
E lo pò ffa cqualunque cammeriere.
Quer che dde tante teste entra in ggnisuna6
È cch’er Governatòre7 a sto paese
S’abbi8 d’arinnovà ccome la luna.
Nun lo vedete chiaro, ggente mie,
Che nun je pò rriusscì9 ddrent’in un mese
Nemmanco de contà ttuttele spie?
12 gennaio 1834
- ↑ Voce, insignificante per se stessa, che si adopera nel colloquio famigliare per indicare l’animo propenso alle concessioni.
- ↑ Gli si passa, gli si ammette.
- ↑ Maniere.
- ↑ Fratel-carnale: identico.
- ↑ Come trova, lascia. La intiera frase è un proverbio.
- ↑ Quel che fra tanti niuno sa intendere.
- ↑ È che il Governatore, ecc. Profferendo queste parole, si deve battere e inalzare il tuono della voce sulla o, per esprimere che su quella carica e non sulle altre cade la difficoltà.
- ↑ Si abbia.
- ↑ Non gli può riuscire.