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Sonetti del 1834 | 145 |
LA PROMOZZIONE NOVA.1
Che mmutino oggni mese un Tesoriere,
Questa, pse,2 ttant’e ttanto je se passa,3
Perché er zegreto de spojjà la cassa
Lo sanno tutti e in tutte le maggnere.4
Per un modo de dì, cquello è un mestiere
Fratèr-carnale5 de la nebbia bbassa,
Ché, cquanno arriva, come trova lassa,6
E lo pò ffa cqualunque cammeriere.7
Quer che dde tante teste entra in gnisuna8
È cch’er Governatore9 a sto paese
S’abbi10 d’arinnovà ccome la luna.11
Nun lo vedete chiaro, ggente mie,12
Che nun je pò rriusscì13 ddrent’in un mese
Nemmanco de contà ttutte le spie?
12 gennaio 1834.
- ↑ [Nel 1832 era tesoriere monsignor Mattei, nel 33 monsignor Brignole, nel 34 monsignor Tosti.]
- ↑ Voce, insignificante per se stessa, che si adopera nel colloquio famigliare per indicare l’animo propenso alle concessioni.
- ↑ Gli si passa: gli si ammette.
- ↑ Maniere.
- ↑ Fratel-carnale: identico.
- ↑ Come trova, lascia. La intiera frase è un proverbio.
- ↑ [Perchè il titolo era: “Tesoriere generale della Reverenda Camera Apostolica.„]
- ↑ Quel che fra tanti niuno sa intendere.
- ↑ È che il Governatore ecc. [Governatore di Roma e Direttor Generale di Polizia per tutto lo Stato.] Profferendo queste parole, si deve battere e inalzare il tuono della voce sulla [seconda] o, per esprimere che su quella carica e non sulle altre cade la difficoltà.
- ↑ Si abbia.
- ↑ [Infatti, nel 1832 era Governatore monsignor Capelletti, nel 33 monsignor Grimaldi, nel 34 monsignor Ciacchi.]
- ↑ [Cari miei, amici miei.]
- ↑ Non gli può riuscire.