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136 Sonetti del 1834


poi, si tolsero a poco a poco tutto il comando municipale, di che i Senatori erano investiti sulla città di Roma.      7 Forse.      8 Frequenti sono gli esempi di simili nomine di nipoti di Papi. L’ultimo si ebbe nel Rezzonico.      9 Questa dicesi essere la professione della famiglia di Gregorio XVI in Belluno.      10 Se.      11 Il suo dovere.      12 Unga le ruote: piaggi e regali.      13 Gaetano Montani [sic], già barbiere del padre Mauro Cappellari, oggi Papa. [“Gaetano Moroni, che un tempo era stato barbiere del monaco e del cardinal Cappellari, ed era poi divenuto primo aiutante di camera del Papa, fu sempre l’uomo del cuor suo. Gregorio XVI lo insignì d’ordini cavallereschi, lo pose in condizione agiata ed invidiata, e tanto lo dilesse, che venne in voce e credito di favorito, e dispensò protezioni e favori non solo di Corte ma di Stato. Se ne mormorava grandemente, ma pur nullaostante il cavaliere Gaetano Moroni riceveva gli omaggi non di coloro soli che ivano a procaccio di grazie e di onori, ma eziandio dei cardinali e dei prelati: i letteratucci gli dedicavano sermoni e rime, e lo celebravano come uomo di molta dottrina, avvegnachè fosse autore, o come è più probabile, editore di un Dizionario Ecclesiastico, che per invito e raccomandazione della Corte e del Governo dovevano acquistare tutti i Municipi, tutti i dipendenti dalla Corte e dal Governo. A Gaetanino, come i Romani vezzeggiando lo appellavano, al fortunato ed astuto barbiere bruciava incenso la cortigiana turba de’ mozzorecchi, degli adulatori, de’ cupidi.„ (Farini, Op. e vol. cit., pag. 127-28). Come si vede, il Farini inclina a credere che il Dizionario Ecclesiastico non sia veramente opera del Moroni. Ma se è indubitabile che il favorito di Gregorio ebbe per quella compilazione aiuti da ogni parte, è anche indubitabile che egli se ne può chiamare autore, nel senso in cui si chiamano autori tanti altri abborracciatori di opere consimili. E chi anche oggi si maravigliasse che un barbiere potesse fare quel che fece il Moroni, consideri che abisso di spropositi di sostanza e di forma ci sia in quel Dizionario, il quale tuttavia riesce molto utile come indicazione di fonti; e consideri altresì che a quel tempo, in Roma, i barbieri facevano anche da flebotomi, ed erano tutti infarinati d’una certa coltura, sicchè il volgo, come attesta il Belli in più luoghi, li teneva addirittura per tanti Salomoni. — L’essere il Moroni chiamato sempre dai Romani Gaetanino, fece sì che il Belli ne ignorò per parecchi anni il vero cognome, e in molte note a’ sonetti lo chiamò Montani. In un sonetto però del 1° giugno 1835 lascia in bianco il cognome, e in un altro, del 4 agosto dello stesso anno, comincia a scriverlo correttamente. Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte]