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108 Sonetti del 1833

rante. S’intende però, che oper conto dell’autore tutto il discorso è ironico.]      2 Altro.      3 Di restare.      4 Gli avrei.      5 Belluno, patria di S. S.      6 Non la dire a nessuno.      7 Di me.      8 Bel-due.      9 A fare lo sciocco.      10 Stare a vendere.      11 Possa essere.


LE RIFORMAZZIONE.

     Perza1 ch’ebbe la lite, er zor Marchese
Disse a la mojje: “Cqua, Mmarchesa mia,
Bbisogna fà un po’ ppiù de colomia,2
Mette3 ggiudizzio, e arisegà le spese.„

     De fatti, cominciorno a ccaccià vvia
Li maestri der fijjo: poi s’intese
Ch’aveveno calato un tant’er mese
A le paghe de sala e scuderia.

     Doppo de questo, scassòrno dar rollo4
Tutti li famijjari ggiubbilati,
Ch’uno s’annò5 a bbuttà da Ponte-mollo.6

     Inzomma, poverelli, e striggni e strozza,
De tanti sfarzi nun ze so’ llassati7
Ch’er casino, er teatro e la carrozza.

16 novembre 1833.

  1. Perduta.
  2. Di economia.
  3. Mettere.
  4. [Scassarono: cancellarono] dal ruolo.
  5. Si andò.
  6. Dal Ponte-molle, o Milvio.
  7. Non si sono lasciati.