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42 Sonetti del 1832


tare nè confortatori nè altri.„ Così dice uno degli Avvisi di Roma, sotto la data del 19 febbraio 1600, pubblicato per la prima volta dal Bongi, poi dal Berti e da altri; e glova o gióa è precisamente (cosa non avvertita fin qui) il corrispondente veneziano di mordacchia. — Si metteva altresì a’ bestemmiatori, allorchè, frustandoli, si portavano in berlina sull’asino; ed eccone un esempio, raccontato dall’abate Benedetti nel suo Diario, dal quale lo ha gentilmente trascritto per me il cav. Silvagni, che ne è possessore: “Prima Domenica di Novembre 1774:... mentre succedeva questo fracasso, s’è sentito il rumore d’un tamburro. Era la Corte che portava due malfattori in berlina sopra un somaro. Venivano dal Governo Vecchio e andavano a Piazza di Campo de Fiori. Il primo pareva un facchino tutto scamisciato, colla Mitra e li diavoli, perchè era bestemmiatore. L’Aguzzino li dava le frustate, ma lui bestemmiava coll’occhi, perchè aveva la mordacchia.„ — Esempi poi di bestemmiatori esposti alla berlina con la mordacchia sulle porte delle chiese, ma senz’asino e senza fustigazione, se ne ebbero fin verso il 1840. E tutto questo non era molto, a confronto di quanto ordinava il cardinal Giustiniani arcivescovo d’Imola, nella Notificazione del 3 giugno 1828, la quale diceva testualmente cosi: “Se„ il bestemmiatore “fosse povero plebeo, la prima volta stia un giorno legato alla porta della Chiesa, la seconda frustato, la terza forata la lingua e posto in galera.„]