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382 Sonetti del 1833

ER RICURZO AR PRESIDENTE

[1.]

     Sor Presidente mio, per avé ddetto
Ste poche cose che ssò ttutte vere,
Cuela1 nidata llà dde panze-nere2
Me minacciorno inzino er cavalletto.

     Se fesce avanti un ber3 cherubbignere,4
Me messe, bbontà ssua, le man’in petto,
E ssenza manco arrenneme5 er bijjetto
Me cacciò ffora come un cavajjere.

     Perchè, ddich’io, nun fanno come in chiesa,
Che cchi nun vò li bbanchi sc’è la ssedia?
Pe’ pparte mia6 me la sarebbe7 presa.

     Ma cquesta intanto come s’arimedia?
Ho da bbuttà l’incommido e la spesa,
E llassajje8 er testone9 e la commedia?

Roma, 20 gennaio 1833


  1. Quella.
  2. Gente abbietta, così detta dall’andare colle pance annerite dal sole che le percuote nelle loro nudità. Qui è detto in via di dispregio.
  3. Bel.
  4. Carabiniere: soldato di polizia.
  5. Rendermi.
  6. In quanto a me.
  7. Sarei.
  8. Lasciar loro.
  9. Vedi la nota... del Sonetto...