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370 Sonetti del 1833


LA VESTA

     Già, ttu ssei stato sempre un miffarolo:1
Dichi la verità ccome le riffe.
Ma de sta cosa sola io me conzolo,
Che nnun ce cucchi ppiù cco le tu’ miffe.

     Cuesta nu la dirìa manco Bbargniffe:2
Sta bbuggiarata la pòi dì ttu ssolo.
Levate mano,3 via, dateje er ziffe,4
Sor carotaro mio, sor fuffarolo.5

     Ma ddavero sce tienghi senza testa,
Pe vvienicce a ccarzà st’antra sciavatta,6
Che ll’antichi adoraveno una vesta?

     Oh annateve a ccercà cchi la sbaratta!7
Oh vvienite davanti,8 a mmezza festa,9
E ddatela a d’intenne ar Padre Patta.

Roma, 17 gennaio 1833

  1. [Miffa, bugia; miffarolo, bugiardo.]
  2. [Personaggio, forse realmente esistito, celebre per dir bugie.]
  3. [Smettetela, finitela.]
  4. [Dategli (datele) il taglio, alla buggiarata che avete detto. - Ziffe o ziffete: taglio risoluto.]
  5. [Imbroglione. Fufigna: frode.]
  6. [Ciabatta.]
  7. [Questa falsa moneta, si sottintende.]
  8. [Per questo vienite davanti, che fu detto dal padre Patta, si veda la nota 1 del sonetto: L'ommini ecc.. 19 genn. 32.]
  9. [A chi ci vuol dare ad intendere qualche corbelleria, si suol dire: “Voi arrivate un po' tardi, per darla a bere a me.„ O qualcosa di simile. A mezza festa, dunque, deve qui significare quel che comunemente significa quando si aggiunge ai verbi arrivare e venire, cioè “tardi.„ E s'accorda abbastanza bene con l'ironia del verso seguente, poichè il padre Patta era disposto a tutt'altro che