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366 | Sonetti del 1833 |
SANTA ROSA
O llima,1 o rraspa, de sei anni o ssette
Santa Rosa era sciuca2 e annava a scola,
E ffascenno3 la cacca a la ssediola
Tirava ggiù mmiracoli a ccarrette.
Ecchete un temporale! Le saette
Fioccheno che cce vò la bbavarola:4
Cuanto scrocchia, per dio, ’na castaggnola5
Dove lei lavorava le solette.6
Che ffa llei! stenne un braccio piano piano,
E, ccome fussi un tacco o uno spunterbo,7
Striggne e tt’acchiappa la saetta in mano.
Si8 era un’antra,9 meritava er nerbo;
Ma llei co’ Ddio ciaveva er soprammano10
Santa Rosa de Lima de Viterbo.11
Roma, 15 gennaio 1833
- ↑ Equivoco fra lima e Lima.
- ↑ Ciuca: piccina.
- ↑ Facendo.
- ↑ Ci vuole la bavarola: dicesi quando si mangiano frutta molto succose, le quali grondano d’ogni parte.
- ↑ Saetta.
- ↑ Qui per piante delle calze.
- ↑ Listello di cuoio, che si ricuce attorno alle scarpe rotte, fra il tomaio e la suola.
- ↑ Se.
- ↑ Altra.
- ↑ Ci aveva credito: n’era bene veduta: n’aveva autorità di favore. ecc.
- ↑ Altro equivoco, che di due cognite Sante Rose ne fa una sola.