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Sonetti del 1832 | 231 |
in una specie d’epigrammi plebei di tre versi, il primo dei quali contiene sempre il nome d’un fiore, si riduce tutta la poesia propria del volgo romano. 4 Piazza che prende il titolo dall’antico palazzo di Caterina de’ Medioi, fabbricato sulle rovine delle terme di Nerone e poi di Alessandro Severo, e divenuto dopo Benedetto XIV residenza del Governatore di Roma, che vi tiene oggidi la generale polizia dello Stato. 5 Il pettirosso è qui un simbolo di curiosità. 6 Purtuttavia.
L'EDITTO BBELLO.
Avete visto l’editto, eh zio mio,
C’hanno attaccato mo a la Palommella?1
Che bbella cosa! se discurre2 ch’io
Me sce so’ storto er collo pe’ vvedella!
Annatel’a vvedé vvoi puro,3 zio,
Che vvederete una gran cosa bbella.
C’è un P, un I, e un O, che vvò ddì Pio,
Po’ ott’antre lettre, e vònno dì Gabbella!
Eppoi sce sò le lettre zifferate4
E ccento ggiucarelli tanti cari,
Che vvoi de scerto5 ve n’innamorate.
Eppuro,6 llì, tre osti e ddu’ fornari,
Ne disceveno cose da sassate!...
Nun capischeno er bono sti somari.
Roma, 9 dicembre 1832.