Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/508

196 Sonetti del 1831

     9 I barbieri de’ luoghi meno civilizzati di Roma usano ancora la vecchia insegna di una gamba in salasso, dinotante la flebotomia, al cui esercizio erano essi obbligati, cosa che va cadendo in disuso.      10 Resta.      11 Altra.      12 Le pigioni dell’infimo popolo si pagano per solito settimanalmente: e gli stessi inquilini si recano a soddisfarle nelle domeniche, giorni per essi di libertà non solo, ma di maggior facoltà per gli stipendi esatti il sabato sui loro mestieri. Di più, questa frequenza di pagamenti in piccole frazioni riesce insieme ai locatari di maggior facilità, ed ai locatori di minor rischio.      13 Ieri.      14 “Ella lo credeva assente di bel nuovo.„ È frase altresì d’ingiurioso equivoco, esprimendo anche l’atto del recere.


L’OMO.

     Guarda che ccosa è ll’omo, e ssi1 è ppeccato
De fà sparge a la guerra er zangu’ umano!
Dio, che ppò ffà ’ggni cosa da lontano
E ppiscià a lletto e ddì dd’avé ssudato,2

     Pe’ ccreà l’omo sc’impiegò le mano;
E ddoppo avéllo3 bbene smaneggiato,
Je fesce hâh:4 e Adamo, pe’ cquer fiato,
Da un pupazzetto5 diventò un cristiano.

     E aveva appena cominciato a vvive,6
Che ggià ssapeva rescità l’istoria
Com’un de quarant’anni, e llègge, e scrive.

     E ssapeva chiamà ppuro7 a mmomoria
Tutte le bbèstie bbone e le cattive,
Come noi conosscémo la scicoria.

Roma, 19 novembre 1831.

  1. Se.
  2. [A chi ha la fortuna e la lingua del prossimo sempre favorevoli, anche quando sbaglia, si dice comune- mente: Tu pòi piscià a letto, e ddì dd’avé ssudato; ovvero: Tu piscia a lletto, e ppoi di’ ch’hai sudato.]
  3. Averlo.
  4. Gli fece hȃh: spirò sopra a lui il suo alito.
  5. [Fantoccino.]
  6. Vivere.
  7. Pure.