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Sonetti del 1830 | 91 |
a tuono, dice quello che riporta il verso. 5 Vi scotta? (questo amore). 6_7 Parlate. 8 A noi non se ne dànno ad intendere di queste. 9 Capitate male. 10 Siamo in umore di dar la baja. 11 Guardate. 12 [Possa essere.] 13 State a bocca aperta come aspettaste ecc. 14 Vi anderebbea genio un bocchino? Bocchino: cosa che cada in bocca aperta a riceverla. 15 Chi ve lo imbocchi.
ER CIÀNCICO.1
A ddà rretta a le sciarle der governo,
Ar monte2 nun c’è mmai mezzo bbaiocco.
Je vienissi3 accusì, sarvo me tocco,4
Un furmine pe’ ffodera5 d’inverno!
E accusì Ccristo me mannassi6 un terno,
Quante ggente sce campeno a lo scrocco:
Cose, Madonna, d’agguantà7 un batòcco8
E dàjje9 in c... sin ch’inferno è inferno.
Cqua mmaggna er Papa, maggna er Zagratario
De Stato, e cquer d’Abbrevi10 e ’r Cammerlengo,
E ’r Tesoriere, e ’r Cardinal Datario.
Cqua ’ggni prelato ch’ha la bbocca, maggna:
Cqua... inzomma dar più mmerda ar majorengo11
Stròzzeno tutti quanti a sta cuccaggna.
27 novembre 1830.
- ↑ Il ciancico. Ciancicare significa presso i Romani “masticare,„ e in altro senso “mangiare alle spese d’altri.„ Questo secondo senso appartiene [anche] allo strozzare [che è nell’ultimo verso] in significazione neutra.
- ↑ [L’erario pubblico.]
- ↑ Gli venisse.
- ↑ Salvo dove mi tocco.
- ↑ Per fodera di panni. [Cfr. la nota 9 del sonetto: Contro ecc., 3 mar. 30.]
- ↑ Mi mandasse.
- ↑ Da afferrare.
- ↑ [Batocchio, battaglio.]
- ↑ E dargli.
- ↑ E quello de’ Brevi.
- ↑ Dall’infimo al sommo.