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Sonetti senza data

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ER CACCIATORE.

     Fijjolo, me seccate inutirmente.
D’un cacciatore io poco mé ne fido.
Nun me guardate fisso, ché nun rido.
4Fijjo caro, io nun spóso scèrta ggente.

     Come! sorprenne¹ e condannà a lo spido²
Una povera passera innoscente,
Che a vvoi nun v’odia e nnun v’ha ffatto ggnente,
8E sta pp’er fatto suo drent’ar zu’ nido!

     Io la penzo, pe’ mmé, cche un cacciatore
Che ggode tanto d’ammazzà un uscello,
Nun pò èsse³ un cristiano de bbon core.

     12Bella raggione! Ah, ddunque perchè cquello
È ppiccinino, nun zente er dolore
Com’un omo a lo sfràggneje er cervello?

↑ Sorprendere.
↑ Spiedo [spiede], in senso di “schidione.„
↑ Non può essere, ecc. — Gio. Giorgio Zimmermann la pensa presso a poco come la nostra romanesca, avendo detto nel suo trattato sulla Solitudine che un uomo pel quale la caccia sia una passione farà tanto più male agli uomini quanto più avrà di potere.

[1] Sorprendere.

[2] Spiedo [spiede], in senso di “schidione.„

[3] Non può essere, ecc. — Gio. Giorgio Zimmermann la pensa presso a poco come la nostra romanesca, avendo detto nel suo trattato sulla Solitudine che un uomo pel quale la caccia sia una passione farà tanto più male agli uomini quanto più avrà di potere.

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