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Prefazione 255

sto di camminare sopr’altra via, e procurai di trattare argomentini non trattati dal Belli. Un mese fa mi venne in capo un’idea che, se non foss’altro, avrà, come spero, il merito della originalità, e che per ora taccio, poichè dei cento sonetti che svilupperanno questo tema, ne mancano ancora una trentina. Ma ci sto sopra continuamente, e fra dieci giorni, spero, il lavoro sarà compiuto....,,

Infatti, dieci giorni dopo, i cento sonetti erano già bell’e pronti per la stampa, e venivano poi pubblicati in Roma dalla Tipografia Barbèra, sotto il titolo: La Duttrinella.


Che cos’è questa Duttrinella? Un poemetto satirico in forma dialogica, sopra il piccolo catechismo diocesano di Roma, che è un compendiuccio di quello del Bellarmino, e che i Romaneschi chiamano la Duttrina, ma più spesso la Duttrinella, e qualche volta anche er Bellarmino.

Gl’interlocutori del poemetto, ossia Quelli che parleno, sono: Don Ghetano, curato; Caterina, serva der medèmo; Peppe e Pippo, regazzi grannicelli.

Pèppe, che ha quindici o sedici anni, ed è sveglio la sua parte, ma di fondo bonissimo, va in casa del curato a sentire la spiegazione della dottrina cristiana. Pippo si accompagna con lui qualche volta, ma per mera curiosità, e presto si stufa e smette. L’altro invece ci piglia gusto, perchè il libretto della dottrina gli suscita in mente dubbi sopra dubbi, ed egli, per averne la soluzione, tormenta il povero don Ghetano, che . il più delle volte non sa, o non può, o non vuole dargliela. La serva entra in iscena di rado, ma sempre inviperita contro la dottrina cristiana, che fa perder tempo a lei e al curato, e lo tira in casa tanti regazzacci.

Per rendere la finzione affatto verisimile, l’autore ha seguito scrupolosamente l’ordine del catechismo, stu-