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Prefazione ccxxv


attori, batteva le mani anche lui. Ma accortosi del tradimento, proruppe in acerbe parole, fece sospendere lo spettacolo, e abbandonò infuriato la sala.

Quella stessa notte furono arrestati, tra gli altri, un Lodovico Monti e certo Franz; e s’istruì regolare processo. Girò allora per Roma una pasquinata assai mordace; ma, per capirla, è necessario rammentare la formula, con cui s’intitolavano le cause e che si metteva come frontespizio sugli atti processuali: Spoletina, di furto magno; Perugina, di assassinio, ecc.,

Marforio a Pasquino. Che porti in tutte quelle carte?

Pasquino. Una causa grossa! Leggi.

Marforio. Nespole! Romana, d’innalzamento d’uccelli davanti a Signore e dietro a S. E. il Car inale Altieri.

Anche l’anagramma fu da Pasquino coltivato felicemente.

Da tempo immemorabile, per esempio, egli voltò le lettere della parola Cardinali in Ladri cani;1 e quando nel luglio del 1861, per propugnare gl’interessi dell’Altare e del Trono, al Giornale di Roma si aggiunse L’Osservatore Romano, che nel suo primo numero chiamava (bontà sua!) chimerica l’unità d’Italia, Pasquino lo battezzò: Altro servo somarone.

Nel maggio del 1862, parandosi a festa la Basilica Vaticana per la canonizzazione de’ Martiri Giapponesi, si ebbe, tra l’altre, l’infelice idea di coprire le pareti con carta dipinta a giallo antico. E poichè allora si parlava molto della probabile partenza di Pio IX da Roma, se

  1. Cfr. il sonetto dol Belli: Er nome ecc., 24 mar. 1884.