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ccxiv | Prefazione |
Prim’uomo assoluto: Lambruschini. — Questo cardinale, infatti, imposto già a Gregorio come segretario per gli affari esteri dall’Austria, “assoluto e superbo, volle dominar solo in Corte e nello Stato... Non sopportava emuli pari in autorità, e non voleva inceppamenti alle voglie o deliberazioni sue.„1 Dettogli un giorno che le carceri dello Stato non erano più capaci di contenere prigionieri politici, rispose con una frase che divenne famosa: Se son piene le carceri, son vuote le sepolture. Candidato, della parte più retriva del Sacro Collegio, sperava d’essere eletto papa invece di Pio IX, e realmente al primo scrutinio ebbe quindici voti, cioè due di più del suo competitore. All’ultimo, quando il Mastai n’ebbe trentasei e lui soli dieci, caddero svenuti l’uno e l’altro, ma per ben diversa cagione.2
Tiranno: Micara. — Cardinal Decano ed ex-generale dei Cappuccini, la sua riputazione di rigidezza era tanta, che allorchè “affranto dalle infermità più che dagli anni,„ s’avviava in lettiga al Conclave, molti popolani gli si affollarono attorno, gridando: Viva Sisto V!3 Quand’era già cardinale, ma continuava a reggere il generalato, i suoi frati di Piazza Barberini “lo presero un giorno a colpi di boccali in refettorio, pel governo tirannico,„ che faceva di loro.4 Pare però ch’egli non avesse tutti i torti, giacchè poco dopo, e precisamente nel 1837, si scoprì che i Cappuccini di S. Meandro presso Venafro, facevano, a tempo perso, i grassatori, uccidendo e rubando, col Padre Guardiano alla testa, come io stesso ho raccontato e documentato!5