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ccviii Prefazione


Il 2 febbraio 1831 mentre la maggior parte dello Stato pontificio era per prorompere in aperta rivolta, tonava il cannone da Castel Sant’Angelo per l’elezione di Gregorio, e il Belli rispondeva con un sonetto: L’upertura der Concrave, al quale non si regala nulla chiamandolo addirittura maraviglioso, ma che pure rimase interamente sconosciuto. Moriva Gregorio nel 1846, e aperto il suo testamento, “che portava le impronte delle false idee che lo avevano traviato durante il suo regno,„1 il Belli lo commentava con quell’altro sonetto:

Papa Grigorio è stato un po’ scontento,

il quale, al contrario del primo, diventò subito ed è ancora popolarissimo, benchè forse artisticamente meno perfetto.

Ora, senza stare a indagar le cagioni di questa differenza (non ultima delle quali, però, dovette esser la minor ritenutezza del poeta stesso sul principio del pontificato di Pio IX a comunicare agli amici alcuni de’ suoi sonetti), mi pare di non aver fatto male, arrivati dove siamo con la nostra rapida corsa, di anticipare una parola sul Belli, poiché egli pure, specialmente per tutta la parte politico-religiosa dell’opera sua, e più ancora per quel tanto di questa parte che diventò patrimonio comune della memoria del popolo romano, si collega strettamente con Pasquino e con le pasquinate, almeno quando s’intendano con la necessaria larghezza. Ma per tutta questa parte dell’opera del Belli e di alcuni suoi primi imitatori, che investe e flagella specialmente il pontificato e la persona stessa di Gregorio, rimando, com’è naturale, al corpo di questi sei volumi; e qui mi

  1. Gualterio, Gli ultimi Rivolgimenti Italiani; 2a ediz.; Firenze, 1852; vol. IV, pag. 338.