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Prefazione | cxcv |
giovanni:1 "Roma è tutta seriamente occupata nelle puerilità della sua Arcadia. Quest’Accademia di futilità e di parole fa qui più fracasso che tutte le accademie di scienze le più utili che fioriscono altrove. Si è suscitata una ribellione di Arcadi contro il loro Custode. Costa forse meno pensieri all’Inghilterra la ribellione dei suoi Americani. Ma qui è tutto comico: ed i Paonazzi e i Porporacei e il Santissimo fanno la loro parte in questa commedia, e chi può ridere se la ride. Questo risibile scompiglio è originato da una donna, che arcadicamente è chiamata Corilìa Olimpica. E una pastorella di cinquant’anni; ed a Lei, signor Conte, sarà ben nota: costei aspira alla incoronazione nel Campidoglio. Petrarca e altri vi furono incoronati, e Galileo fu messo al Sant’Uffizio. Tre o quattro cardinali hanno sostenuta questa pretensione. Il Papa disse prima di no, e poi di sì. Gli altri tutti hanno urlato, e il Papa ha chiuso gli orecchi ai loro urli. Corilla si è esposta agli esami: nel secondo esame soffrì una forte burrasca nel Mar Rosso.2
Il terzo esame dovea succedere ieri sera; ma la poetessa si è finta ammalata e seguiterà a stare ammalata finché bisognerà. Il Papa pare ritornato al suo primo no. Che diluvio di satire! Corilla è il principale bersaglio. Il suo principe Gonzaga è trattato da imbecille. Il Papa non è risparmiato . . .„
Il diluvio di satire precedette, accompagnò e seguì l’incoronazione; e co’ carteggi privati e diplomatici (che l’Ademollo ha diligentemente raccolto, e di cui io qui darò un piccolo saggio) dilagò per tutta Italia.
“Le satire fioccano da tutte le parti,„ scriveva il 17 luglio il Cancellieri al Tiraboschi, dandogli, come un’os-