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Prefazione clxxix


non potevano più comparire in pubblico, senza esser fatti segno alle beffe e agli scherni.1 E il giorno ch’egli si recò in gran pompa a riconsacrare la Chiesa della Pace da lui restaurata, essendogli stato eretto davanti alla porta della Chiesa un arco trionfale, nel cui mezzo campeggiava il suo ritratto, con sotto l’iscrizione: orietur in diebus nostris lllstitia et abundantia pacis, Pasquino gli cambiò l’orietur in morietur e il pacis in panis.2

Il 15 aprile del 1667, sentendo avvicinarsi la morte, Alessandro convocò intorno al suo letto i cardinali, e, secondo un avviso dell’Agente della Repubblica di Genova,3 ebbe perfino il coraggio d’affermare di "haver dato alli nipoti moderatissimamente,„ mentre in realtà li lasciava più volte milionari; sicché, il giorno 20, lo stesso Agente genovese scriveva: "Si parla sempre contro la parlata fatta alli Cardinali; è distinta in quattro parti: la 1a contiene pietà; la 2a vanagloria; la 3a hipocrisia; la 4a maldicenza e mendacità. Altri la descrivono come segue: De se magnalia; de Consangaineis optima; de Principibus prava; de Cardinalibus turpia; de Regibus parva; de Deo nihil.„4 Il Gregorio Leti poi, nel Sindicato di Alessandro VII, messo in luce in quel medesimo anno 1667, diceva (pag. 66-67): "Pascquino, domandato da Marforio di ciò che haveva detto il Pontefice nelle sue hore estreme, gli rispose in questa maniera:

  1. Cfr. il bel libretto del Neri, Costumanze e Sollazzi (Genova, 1883; pag. 5), a cui appartengono anche la prima e la terza delle tre citazioni precedenti.
  2. Leti, Il Nipotismo di Roma; s. 1. e n. di stamp., 1667; par. I, pag. 324-25. — Nel Lafon, e in tutti gli altri autori da me veduti, che dopo il Leti hanno dato questa satira, si trova mutila del cambiamento di pacis in panis.
  3. Pubblicato dal Neri, nella Rivista Europea del 16 febbraio 1868, pag. 670-72.
  4. Ibid., pag. 678