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Prefazione clxxvii


     Finita è la foia
Di questa poltrona
Di Piazza Navona:
Chiamateli il boia.
     Finita è la foia.
. . . . . . . . . . . . . . . . .
     È morto il pastore,
La vacca ci resta:
Facciangli la festa,
Cavatili il core.
     È morto il pastore.

Queste due strofe, principio e fine d’una delle molte Compositioni fatte per la morte d’Innocentio X (Ms. della Nazionale di Roma, Fondo Vitt. Em., 29; pag. 97-98), son quasi il meno che dicesse di lei in tale occasione; e le invettive contro il Pontefice ricompendiò in un atroce epitaffio (Ibid., pag. 130):

INNOCENTIO DECIMO
fisci patrono optimo
ac
annonae mercatori maximo
qui nepotismum destruxit
ut cognatismum institueret
solus sibi solus suis
quos et infensos simulavit
ut thesauris ecclesiasticis immune ditarit
neminem dignum in successore indicavit
praeter uxorem fratris sui
quod perficere cum non possit
rugiens obiit
anno pont. 37 olimpiadis.


Il quinto e sesto e ottavo verso di questo epitaffio hanno un curioso riscontro nella Relazione del gravissimo ambasciatore veneto Giovanni Giustinian, che fu in Roma dal gennaio del 1648 al dicembre del 51: "Soppresso l’aiuto che li Pontefici solevano avere dalla assistenza d’un nipote, il più delle cose rimase in balia del-