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clxiv Prefazione


III.

Cominciando, com’è di dovere, dai Pasquillorum, e da ciò che contengono di men noto, o su cui si possa dire qualcosa di nuovo, accanto a’ notissimi epigrammi del Sannazaro e del Pontano contro Alessandro VI e Lucrezia sua figlia, se ne incontrano altri anonimi, uno de’ quali (pag. 24) ha fatto il miracolo di triplicarsi o viceversa, poiché in altri libri se ne dà ii solo primo distico, e gli stessi Pasquillorum (pag. 81) ne ridanno poi l’ultimo, che, così solo, s’incontra pure nel Burcardo (ediz. e vol. cit., pag. 218, nota), come ci s’incontra solo anche il primo (pag. 244):

Pasquillus in Alexandrum P. VI

Vendit Alexander clàves, altaria, Christum:
    Emerat ille prius, vendere iure potest.
De vicio in vicium, de flamma crescit in ignem
    Roma, sub Hispano deperit imperio.
Sextus Tarquinius, Sextus Nero, Sextus et iste:
    Semper sub Sextis perdita Roma fuit.

Anche Henri Estienne conosceva il solo primo distico, e lo tradusse bellamente cosi:

Clefs, autels, Ohristaussi vend le pape Alexandre:
11 les a achetez, il les peut bien revendre. nota

Il 25 aprile del 1515, finita già la luna di miele del

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  1. Cap. XXXIX dell’Apoìogie pour Hérodote, pubblicata nel 1566. Nello stesso capitolo l’Estienne dà pure due traduzioni, fatte da altri e certo meno felici, dell’epigramma del Fontano contro Lucrezia. La seconda mi pare migliore:

    Ci dort qui fut de nom Lucrece,
    De faict Thais, p.... de Grece:
    Qui jadis d'Alexandre fille
    Et femme fut, et belle fille.